COVID-19 e Comunicazione Digitale

Piccola riflessione all’inizio della “fase 2”

Se pensiamo al progresso tecnologico degli ultimi cent’anni ci rendiamo conto di quanto la tecnologia abbia cambiato il nostro modo di comunicare. Allo stesso tempo i continui aggiornamenti degli strumenti a nostra disposizione hanno creato un divario enorme tra le generazioni: i ragazzi e le ragazze che passano il loro tempo su Instagram e Pinterest hanno poco in comune con i loro genitori che hanno visto nascere Myspace e Facebook per non parlare dei nonni e delle nonne che usavano il telefono con il filo.

Sebbene non sia facile condividere il proprio mondo digitale con chi non riesce a comprenderlo, gli scambi tra le generazioni sono rimasti possibili tramite le conversazioni e la fisicità. Abbracciarsi, condividere un pasto o una vacanza, persino litigare e urlare hanno sempre rappresentato delle componenti essenziali nella vita di ognuno di noi.

Nel 2020 stiamo però affrontando un cambiamento radicale, a causa della pandemia da Coronavirus, che ci ha portato a non poterci avvicinare gli uni agli altri. Le prime settimane di chiusura totale sono state uno shock per molti e molte di noi, ci hanno disorientato. Poi pian piano abbiamo capito che l’unico modo per rimanere in contatto con le persone era utilizzare i mezzi digitali.

Quanti e quante di noi si sono resi conto della maggior efficacia di una videochiamata rispetto ad una una telefonata vocale? Eppure prima non le usavamo così spesso. Aspettavamo di incontrarci, come abbiamo sempre fatto, per poterci vedere e per poter cogliere tutte le espressioni di chi ci stava parlando. La comunicazione però non è fatta solo di parole, ma anche di pause, di sospiri, di sorrisi, di lacrime silenziose. Per questo motivo i creatori dei messaggi istantanei hanno introdotto le emoticon: per cercare di aggiungere il cosiddetto non verbale al verbale.

Contemporaneamente sono aumentate sulle piattaforme social le dirette, le stories, i video. Abbiamo dovuto reinventarci professionalmente e personalmente, per adattarci alla comunicazione digitale e al mondo da essa creato. Tutti siamo riusciti a calarci, chi più chi meno, nella realtà digitale, seppure esistesse anche prima del Coronavirus. E’ come se la chiusura ci abbia in realtà aperto nuove porte. Nuovi modi per collegarci agli altri e nuove modalità di comunicazione.

Dopo due mesi di quarantena, però, è cresciuta sempre di più la voglia di tornare alla vita di sempre: uscire con gli amici, riunirsi a pranzo con la famiglia. Viene però da chiedersi quanto il nostro proiettarci nel mondo digitale e nel web di questi mesi ci abbia cambiato o meno. E’ stata una parentesi o le nuove modalità comunicative rimarranno presenti nelle nostre vite, magari affiancandosi a quelle precedenti? Quanto questo ci potrà cambiare? Basti pensare anche alla semplice stretta di mano, che ancora è da evitare perchè il rischio del contagio è alto. Cosa sta producendo e a cosa porterà la cosiddetta “distanza sociale” che tuttora dobbiamo mantenere per proteggere noi stessi e gli altri?